L'ID.3 guida su strada
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La ID.3 nel test di resistenza: una batteria che mantiene le promesse

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La ID.3 nel test di resistenza: una batteria che mantiene le promesse

18/03/2024

Il club automobilistico tedesco ADAC esamina la ID.3 von Volkswagen nel test di resistenza. Dopo oltre 100’000 chilometri, il giudizio conclusivo nei confronti dell’auto elettrica è positivo. Il risultato principale?
La batteria ad alto voltaggio continua a presentare una capacità netta del 93%.

Testo Reto Neyerlin
Foto Timo Orubolo / ADAC

Un’auto che supera la prova di resistenza di ADAC, l’equivalente tedesco del TCS, ha molto da offrire. Lo si evince dall’esempio della ID.3 Pro S, con cui gli ingegneri del Technik Zentrum Landsberg di Monaco hanno percorso oltre 100’000 chilometri dal maggio del 2021. Gli esaminatori assegnano alla Volkswagen completamente elettrica una buona valutazione ed elogiano, tra l’altro, lo stato di salute della batteria.

L'ID.3 è parcheggiata in un garage
Il telaio e la batteria dell'ID.3

Dopo 100’000 chilometri, il cosiddetto «State of Health» (SoH) della batteria di trazione con un contenuto energetico netto di 77 kWh era ancora di poco sopra il 93%. In base alla percorrenza, questo calo può «essere classificato come trascurabile», questo l’esito del rapporto di prova. Volkswagen garantisce per la ID.3 e per tutti gli altri modelli ID. che la batteria, dopo otto anni di esercizio o 160’000 chilometri di percorrenza, possiede ancora almeno il 70% della sua capacità netta iniziale.

La batteria dell’auto elettrica non è stata risparmiata

Gli esaminatori di ADAC non hanno risparmiato la batteria, anzi: per consentire all’utente successivo di beneficiare della massima autonomia fino a 525 chilometri conformemente al ciclo WLTP, la ID.3 è stata spesso ricaricata al 100% e presso colonnine di ricarica rapida. La vettura, inoltre, veniva regolarmente ricaricata del tutto per più giorni presso la colonnina di ricarica, contrariamente a quanto raccomandato da Volkswagen (v. anche intervista).

L'ID.3 è parcheggiato presso una stazione di ricarica

Il test di resistenza è il primo di questo tipo per una vettura della famiglia ID. Tra un giro di prova e l’altro la ID.3 è stata sottoposta a continui controlli da ingegneri nel Test- und Technikzentrum Landsberg am Lech. ADAC prende in esame otto criteri principali e più di 300 sottocriteri, che vanno da tecnologia e sicurezza a maneggevolezza e operatività fino all’impatto ambientale.

Il quadro strumenti digitale della VW ID.3

Alla clientela ADAC dà inoltre un consiglio ben preciso: in linea di principio è bene installare gli update software. Durante il test di resistenza la ID.3 ha ricevuto diversi update. Oltre a numerose risoluzioni di errori, gli aggiornamenti hanno prodotto anche un incremento della potenza di ricarica fino a 170 kW. Gli update hanno influenzato positivamente anche i consumi e, di conseguenza, l’autonomia. In particolare, con il nuovo software il consumo energetico nei percorsi brevi e con temperature invernali da 0° a 5° C è sensibilmente migliorato.

L’ID. 3 si dimostra ideale per le lunghe distanze

Anche l’intelligente e-route planner, che la ID.3 ha acquisito tramite un update, viene apprezzato dagli esaminatori di ADAC. Pianifica le soste per la ricarica su un lungo tragitto in modo da raggiungere la meta il più velocemente possibile: oltre allo stato di carica della batteria, il sistema considera anche la situazione attuale del traffico e si basa sulla potenza delle colonnine. Di conseguenza, la pianificazione dell’itinerario consente di proporre due brevi operazioni di ricarica ad alta potenza anziché un unico ciclo lungo di ricarica a bassa potenza.

Gli esaminatori, inoltre, sottolineano positivamente il fatto che i modelli ID. necessitino di manutenzione soltanto ogni due anni, a prescindere dal chilometraggio. Nel caso del test di resistenza il tachimetro della ID.3 segnava già 74’721 chilometri prima dell’intervento obbligatorio di manutenzione.

Il display sulla consolle centrale della VW ID.3
Ritratto del dipendente AMAG Andreas Laireiter
Andreas Laireiter è a capo del reparto «Product Support Vehicle», dove lavorano dieci collaboratori. Le loro mansioni all’interno di AMAG Import SA includono il supporto tecnico negli ambiti mobilità elettrica, sistema elettrico dell’auto, infotainment, riscaldamento e climatizzazione nonché carrozzeria e verniciatura.
«Riscontriamo danni alla batteria solo molto di rado.»

In che condizioni sono le batterie delle auto elettriche Volkswagen dopo dieci anni e a cosa prestare attenzione durante la ricarica? Ce lo spiega Andreas Laireiter, team leader «Product Support Vehicle» presso AMAG Import SA.

La capacità della batteria della ID.3 dopo 100’000 chilometri è pari al 93%: vi sareste aspettati un risultato così?

Questo risultato è abbastanza in linea con le nostre esperienze. Svolgiamo regolarmente misurazioni della capacità, da cui si è visto che le batterie perdono qualche punto percentuale della propria capacità soprattutto all’inizio, ovvero nei primi due anni. In seguito la curva si appiattisce e la perdita rimane minima anche dopo molti anni.

Le prime vetture elettriche Volkswagen, la e-up! e la e-Golf, sono in circolazione da ormai circa dieci anni. Qual è l’esperienza a lungo termine con questi modelli?

Abbiamo esempi di Volkswagen elettriche la cui capacità della batteria, dopo dieci anni, è ancora al di sopra del 90%. Di recente abbiamo persino esaminato una e-Golf di dieci anni con una percorrenza di oltre 200’000 chilometri per cui la perdita di capacità era inferiore al 5%. Naturalmente però vi sono anche variazioni, perché la durata di una batteria dipende in buona misura dal modo in cui la stessa viene trattata.

Il workshop ADAC

Che cosa può fare il conducente per preservare la batteria?

In realtà è come un motore a combustione. Chi preme sempre a fondo l’acceleratore rischia di danneggiare di più il motore rispetto a chi adotta uno stile di guida delicato. Nelle auto elettriche ciò significa che più si sollecita la batteria, tanto più rapidamente questa può invecchiare. Con la ricarica rapida, ad esempio, la batteria viene alimentata in breve tempo con una grande quantità di energia; di conseguenza potrebbe verificarsi una variazione della chimica delle celle. Consigliamo pertanto di caricare la batteria con corrente continua soltanto su lunghi percorsi e di utilizzare giornalmente una wallbox con corrente alternata. È utile anche mantenere la batteria prevalentemente in una finestra di ricarica compresa tra il 20% e l’80%. Evitare quindi evitare di svuotarla completamente e ricaricarla soltanto se necessario. Se nei modelli ID. la modalità «Battery Care» è attiva nel sistema di gestione della ricarica, il sistema arresta automaticamente la ricarica all’80%.

Un uomo lavora su una batteria in un'officina

Succede di frequente che la batteria di un’auto elettrica si rompa? E in tal caso è necessario sostituire subito l’intera batteria?

I danni alla batteria si verificano solo molto di rado, si tratta davvero di casi sporadici. Se però dovesse presentarsi un guasto, tramite il sistema di diagnosi è possibile controllare ogni singolo modulo batteria e si possono sostituire singoli componenti. Questo comporta dei vantaggi in termini di costi ma anche di consumo di risorse. Ogni officina convenzionata, inoltre, può emettere certificati attestanti la capacità della batteria, un vantaggio soprattutto per le auto d’occasione.

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